Era il Natale del 1998 quando in un paesino della provincia di Roma due giovani fratelli Fabrizio, Marco e il cugino Francesco, cresciuti insieme a pane e automobili, ebbero la folgorazione di ricomprare una pista Polistil, per divertirsi durante le festività come erano soliti fare, solo con un pò più di fantasia...
la cosa però gli sfuggì di mano, da un banale passatempo divenne l'ossessione di far andare sempre più forte quelle macchinine.
Il magnete gommato delle Polistil venne spostato dalla zona centrale a quella laterale, incollandolo sul fianco posteriore del telaio in modo che potesse schiacciare la F1 solo quando necessario e cioè in curva, quindi il modellino scaricato dal magnetismo in rettilineo raggiungeva velocità maggiori.
Ben presto sperimentarono la riduzione del filamento del motore Polistil allo scopo di aumentarne il numero di giri al minuto, successivamente tentarono di intervenire sulla mescola delle gomme posteriori cercando di aumentarne il grip in pista, insomma partì la competizione a chi riusciva a far andare più veloce una Polistil.
I ragazzi ignoravano che quel gioco fosse solo la punta dell'iceberg e che il mondo delle slotcar esisteva ed era già ben sviluppato, ma senza internet le informazioni per questo hobby di nicchia erano davvero difficili da reperire.
Nel 1999 con un modem da 56K, una connessione costosissima e un portatile della Compaq, scoprirono il mondo sommerso delle slotcars! E' stato come aprire il vaso di Pandora, i ragazzi presero tutte le informazioni utili, scovando negozi specializzati e prodotti di tutte le categorie, la pista Polistil prese lo spazio di una intera stanza e le vecchie F1 divennero dei mostri con degli enormi motori Mabuchi e le ruote di marche declinate più all'hobby che al giocattolo.
Nel 2000 la pista venne spostata in una vecchia mansarda, i ragazzi stilarono un primo rudimentale regolamento tecnico per il Campionato Porsche 911 della Proslot con la particolarità di dover correre ogni gara su una pista con un disegno diverso avendo come riferimento i tracciati di F1 e in condizioni ambientali reali, ovvero anche con la pista bagnata dalla pioggia, ottennero il tutto tenendo aperto un finestrone della mansarda così che un bel pezzo di tracciato si sarebbe bagnato.
Fù un divertimento unico! Per aumentare il grip in pista scoprirono dei prodotti chimici dedicati come il Paragon, che rendeva le gomme molto morbide e con il tempo gommava la pista, ma con il bagnato... le Porsche divennero completamente inguidabili.
Non ricordo chi, ebbe l'intuizione di montare gomme non trattate con il Paragon ed ecco che arrivò il primo miglioramento, il passo successivo di autoprodursi gomme rigate per la pioggia è stato breve.
Durante il Campionato diedero vita a delle gare spettacolari perchè, in base alla quantità d'acqua presente sul tracciato, i piloti fecero delle soste per i cambi gomme scegliendo tra le slick e le intagliate.
Nel 2001 decisero di fare un Campionato su Anello ma sarebbe stato necessario avere più spazio, una volta acquistate delle curve paraboliche Polistil spostarono la pista nella taverna dove riuscirono ad avere due rettilinei da 8 metri circa.
Le slotcar partecipanti erano molto diverse tra loro, telai in metallo contro quelli in plastica con o senza differenziale posteriore, queste gare in pratica erano delle Endurance con velocità medie sostenute, meccanicamente molto stressanti.
Durante le gare non era raro che per terminarle fosse necessario sostituire il motore, portando i ragazzi ad ingegnarsi per ricercare sistemi di dissipazione del calore che tenessero le temperature sotto controllo.
Poi ci fu lo step successivo, decisero di cambiare il fondo della pista passando dalla più liscia Polistil alla più ruvida e stretta SCX con cui riuscirono a creare una pista di 25 metri posizionata nel garage, su questa pista si svolse un Campionato DTM che vide confrontarsi meccaniche opposte tra loro, motore anteriore longitudinale a trazione posteriore, motore posteriore trasversale e motore longitudinale posteriore, con un telaio Parma 1.32 in sfida contro un HRS di Slot.it ed un Fly modificato.
Tutto questo portò i ragazzi ad osare sempre di più in ricerca e test, Marco sperimentò sulla sua Mercedes CLK un sistema di taglio della potenza con degli interruttori al mercurio sensibili alle decelerazioni, Fabrizio fece un lavoro alla Frankenstein su un telaio Fly della BMW M3, Francesco si concentrava sulla modifica di un differenziale posteriore Vanquish.
Una serata, dopo le qualifiche e varie prove libere, osservando i resti delle loro elaborazioni sul banco di lavoro, Francesco disse: "neanche il torturatore Torquemada si sarebbe spinto a tanto" e Fabrizio replicò: allora il nome del nostro Gruppo sarà Torquemadaslot".
Con il tempo gli impegni di lavoro portarono a dividere i ragazzi, c'era sempre meno tempo e decisero di organizzare un ultimo evento su quella pista che sarebbe dovuto essere qualcosa di memorabile e decisero di fare una 24 Ore vera e propria.
Le slotcars che si sfidarono furono due Spirit Dallara di Marco e Francesco e una Slot.it R8 di Fabrizio, le auto gommate NSR con pneumatici incollati sul cerchio e torniti di dimensioni libere e come motore uno Slot.it V12 in posizione longitudinale.
Era il 14 agosto del 2004, i piloti avrebbero gareggiato per 24 ore di fila inserendo 3 tappe per i bisogni fisiologici ma senza poter intervenire sull'auto, le pause previste erano dalle 13.30 alle 14.00 , dalle 19.30 alle 20.00, dalle 01.30 alle 02.00.
Ore 07.00 si parte! La gara fu molto combattuta, le slotcars viaggiavano su medie molto simili quindi l'attenzione e la resistenza dei piloti avrebbe fatto la differenza, così come la scelta azzeccata di Marco nella misura delle gomme che gli fece risparmiare ben due pit stop.
Prima Francesco e poi Fabrizio hanno risentito molto della stanchezza poco prima dell'alba facendo qualche errore di troppo, dei quali approfittò Marco che sembrava un robot.
Come previsto la 24 Ore di Torquemadaslot finì alle 07.00 del 15 agosto con Marco al primo posto seguito dalla R8 di Fabrizio e tallonato dall'altra Dallara di Francesco.
E' stata una gara lunga ed epica che ricorderanno per sempre!
Dopo questa ultima gara i ragazzi, anche se a distanza, hanno sempre continuato a fare slot condividendo le loro metodologie di ricerca e studio sulla preparazione delle slotcars con chi volesse seguirli, il tutto per la semplice passione che non li molla.
Se state leggendo questo articolo è perchè anche voi siete dei nostri, dei ragazzi che non vogliono smettere di sognare.
Buon divertimento!